Il saggio esplora l’evoluzione della cultura democratica dell’intelligence in Italia, analizzando la transizione dai servizi segreti opachi del dopoguerra verso un modello normativo e istituzionale più trasparente e controllato, culminato nella riforma del 2007.
Parallelamente, l'autore indaga le nuove minacce alla sicurezza poste dall’intelligenza artificiale, concentrandosi in particolare sulla vulnerabilità dell’intelligenza naturale umana — soprattutto quella degli analisti e dei decisori — alle tecniche di profilazione psicometrica e manipolazione cognitiva basate su IA.
Integrando approcci provenienti dalla sociologia, dalle scienze cognitive e dagli Intelligence Studies, l’opera propone un’analisi critica dell’impatto della pervasività tecnologica sull’interiorità umana e sul pensiero critico.
nfine, attraverso un confronto con l’eredità educativa e comunicativa di Danilo Dolci, viene delineata una riflessione sull’attualità della maieutica reciproca in un contesto dominato dall’algoritmo e dalla sorveglianza digitale, avanzando la proposta di sviluppare algoritmi “educativi” come strumenti per una nuova emancipazione cognitiva e democratica.
Direzione editoriale: Alice Felli
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